Fattorie acquatiche per curare le zone morte dell’oceano.
Cosa sono?
Il progetto si chiama “Bloom: Aquatic Farm” ed è un concept architettonico realizzato dallo studio parigino Sitbon Architectes, che abbiamo trovato e ci è subito sembrato interessante. Si tratta di “Fattorie Acquatiche” ospitate in strutture sferiche semi sommerse, ancorate al fondale tramite cavi.
A cosa servono?
La missione è produrre ossigeno assorbendo l’anidride carbonica in eccesso. Il progetto in larga scala prevede che ognuna di queste fattorie acquatiche sia parte di un complesso più grande di varie unità. All’interno potrebbero essere ospitati scienziati che tramite un sistema di vasche saranno in grado di coltivare fitoplancton (la base della catena alimentare dei sistemi acquatici) e rilasciarlo ove necessario per arricchire la parte marina interessata. Queste centrali saranno quindi in grado di bilanciare l’anidride carbonica rimuovendo dal mare la quantità in eccesso e, se posizionate nelle cosi dette “zone morte“, le zone marine dove l’ecosistema è stato compromesso, potranno produrre “organismi vivi” che rivitalizzeranno l’ecosistema e favoriranno di nuovo la biodiversità.
A proposito di “zone morte” marine, vi segnaliamo un video interessante che abbiamo trovato poco tempo fa e che fa capire il livello di insostenibilità raggiunto dall’uomo nello sfruttamento del mare. Parla dell’over fishing che è una delle cause del continuo aumento di zone morte negli oceani.
Queste reti di fattorie acquatiche potrebbero essere posizionate sia in mare che nei laghi oppure anche all’interno dei porti. Possono essere impiegate come prima linea di allarme in caso di cambiamenti climatici ed anche anche essere una rete che in grado di diramare un allerta in caso di tsunami.
Il mare sta ultimamente attirando l’attenzione dell’uomo soprattutto a causa dell’intensificarsi di fenomeni climatici violenti, dell’impoverimento della fauna marina, degli tsunami, e dell’innalzamento del livello marino. Gli scienziati stimano che, a causa del riscaldamento globale, il livello dei mari sarà in futuro destinato a salire anche se non in maniera vertiginosa. Nel 2050 dovrebbe essere di 16 cm maggiore a quello attuale. Le prime zone ad essere interessate da questo fenomeno saranno l’Asia e l’Oceano Indiano.
La singola Fattoria acquatica è come una cellula che, componendo un organismo di più individui, teoricamente può essere in grado di rivitalizzare le zone morte del mare, creare ossigeno, controllare gli eccessi di anidride carbonica, essere spia di cambiamenti climatici e di eventi come tsunami, il tutto tramite un’ architettura semplice e che risulta in sintonia con l’ambiente. Cosa vogliamo di più?